Categoria: Ozio

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Pubblicato il 26 Maggio 2021

Subbuteo, il calcio ‘a punta di dito’

8 persone di sesso maschile su 10 appassionate di calcio che si trovano ora in una fascia di ‘mezza età’ hanno sicuramente visto almeno una volta durante la loro giovinezza il classico tavolone di legno compensato con sopra, ben stesa, la perfetta riproduzione in miniatura di un campo di calcio su un ‘panno verde’ simile a quello che si vede sui tavoli da gioco dei casinò; si chiama Subbuteo, ed è un gioco da tavolo che replica in scala non solo del il calcio in se e per se, ma anche di tutto l’ambiente che lo circonda, gli addetti ai lavori, la stampa, i tifosi.

Proprio così, il Subbuteo riproduce fedelmente il mondo del calcio, e lo fa rispettandone minuziosamente tutti i dettagli; nella sua ‘scatola base’, ovvero la confezione del gioco in vendita nei migliori negozi, c’è lo stretto indispensabile per preparare il campo e giocare, ovvero: due porte con tanto di reti, tre palloni (perchè se cadono spesso a terra si rompono facilmente), e due squadre di 11 giocatori con tanto di portiere collocato sulla punta di una ‘stecca’, che ne rende possibile il controllo manualmente da dietro la porta che si sta difendendo. Poi c’è tutto il mondo dell’accessoristica che Subbuteo ha creato nel tempo seguendo di pari passo le innovazioni del calcio moderno; si possono infatti comprare a parte tabelloni pubblicitari, tribune e curve con tanto di tifosi in miniatura, riflettori per le partite in notturna, arbitri, guardalinee, telecamere delle varie pay-tv…ed oggi perfino la postazione VAR!

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Pubblicato il 16 Marzo 2020

Parkour: un’attività divertente per saltare ostacoli urbani facendo acrobazie

Tecnicamente questa definizione indica ‘l’arte di spostarsi in modo agile e rapido’, facendo affidamento unicamente sulle capacità del corpo umano di utilizzare al meglio movimenti sincronizzati anche di braccia e gambe per muoversi velocemente da un posto all’altro; un qualcosa di simile al ‘Free Running’, con qualche piccola differenza di modalità, e la bellezza di scenari variabili e di diversi livelli di difficoltà nel superare ostacoli naturali come possono essere monumenti, alberi, pareti alte, ringhiere, sempre disponibili in varie zone di qualsiasi città.

Questa disciplina nasce intorno agli anni 80 a Lisses, un piccolo sobborgo nelle adiacenze di Parigi, dove in un primo momento era chiamata ‘art du deplacemènt’; un gruppo di ragazzi che si faceva chiamare ‘Yamakasi’ fu pioniere di questa nuova pratica sportiva, ma in realtà furono due fuoriusciti dal gruppo (David Belle e Sebastièn Foucan) a dar vita ad una massiccia diffusione di tale ‘fenomeno’, cambiandone innanzitutto il nome in Parkour, ed iniziando a praticarla destreggiandosi tra ostacoli naturali che si trovano in strade e piazze pubbliche.

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