Tempio di Angkor: uno dei principali richiami turístici della Cambogia

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Il Sud Est asiatico è senza dubbio terra ricca di fascino e mistero, storia e cultura, ed oggi è poco a poco diventato anche una delle mète turistiche più gettonate per chi vuole concedersi una vacanza che non sia quella in una delle solite località balneari e dedicata esclusivamente a sole e mare.

Situata nel bel mezzo della Cambogia, Angkor rappresenta un vero e proprio gioiello dal punto di vista dell’architettura religiosa; questo enorme ‘complesso religioso’, rimasto per anni totalmente avvolto dalla selva, offre oggi la possibilità di immergersi per un attimo nella sua misticità e di apprezzare i meravigliosi monumenti che ospita e che lo hanno ben presto portato ad essere considerato uno dei 20 luoghi più allucinanti esistenti al mondo.

In un paio di giorni quindi, (questo il tempo giusto stimato per fare una buona visita ai suoi templi) si ha la possibilità di effettuare visite guidate al più grande complesso religioso del mondo, e di fare un tuffo nel passato per respirarne le eccitanti suggestioni.

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Origine e storia di Angkor

Sebbene Angkor fosse già stata abitata prima di Cristo da varie popolazioni indigene, fu il Re Jayavarman II, autoproclamatosi il ‘Re Dio’, a costituire effettivamente la città, raggruppando vari piccoli centri rurali circostanti ed unendoli in una unica entità dalla quale prende nome (in lingua Jemer infatti Angkor significa proprio ‘città’).

Il Re iniziò la costruzione dei grandi templi, e circa un milione di persone si catapultarono a vivere nella ‘neonata’ città; i lavori di costruzione dei templi proseguirono anche nei decenni successivi quando, dopo la morte di Jayavarman II, i suoi discendenti continuarono in questo progetto ampliando anche tutta una serie di piccole opere pubbliche ed espandendo i confini della città stessa.

In breve tempo Angkor divenne la capitale dell’impero Jemer e dominò gran parte del Sud Est asiatico per secoli, convertendosi nel suo unico vero grande centro di attività sociali, culturali ed economiche. Per cause tuttavia sconosciute, la città di Angkor fu abbandonata totalmente verso la fine del secolo XV, e per lungo tempo lasciata in pasto alla rapida crescita dalla selva circostante.

Angkor Wat, un gioiello architettonico unico

Angkor Wat è il vero fiore all’occhiello dell’Impero Jemer, un gioiello architettonico che è oltretutto il più grande monumento religioso al mondo; circondato da un fossato rettangolare largo circa 200 metri, è costituito strutturalmente volendo in un certo senso rappresentare il Monte Meru, ovvero la dimora degli Dèi induisti.

Con una visita limitata a 20 minuti e caratterizzata da restrizioni inerenti anche l’abbigliamento da indossare per accedere al templio, si può accedere ai piani superiori del meraviglioso edificio, nei quali viene raccontata la storia dell’Impero; ogni giorno centinaia di turisti si riuniscono in questo posto tanto straordinario e suggestivo, tappa obbligatoria di qualsiasi percorso organizzato nonché sfondo meraviglioso per gli amanti della fotografia d’autore. Lo straordinario gioco di luci naturali che si può apprezzare al sorgere o al calar del sole in Angkor è infatti un qualcosa di veramente unico ed emozionante, vale sicuramente la pena di andarci.

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Angkor Thom: la fortezza

Angkor Thom è una piccola città all’interno della città; una fortezza grande circa 10 chilometri quadrati all’interno dei muri di cinta della stessa città di Angkor, e nella quale il grande stupore che si prova ammirando i monumenti presenti al suo interno si mescola con la estrema bellezza naturale della selva da cui essi sono circondati. Secondo molti infatti, le sue bellezze risultano essere molto più suggestive rispetto a quelle della stessa Angkor Wat, ed accedere ai suoi monumenti seguendo cammini alternativi potrebbe addirittura rappresentare un piccolo momento di divertimento per i più piccoli, stemperando un po’ la ‘misticità’ dell’escursione.

Le sue 5 ‘porte di entrata’ e le due terrazze, quella ‘degli elefanti’ dove si svolgevano appunto piccoli spettacoli con questi pachidermi, e quella del ‘Re Leproso’, sono sicuramente due posti da annotare sulla mappa dell’escursione; inoltre, in una di queste entrate (quella Sud), si passa su una sorta di ponte costituito da 54 figure di Dèi in fila indiana che è veramente spettacolare.

Bayon: il santuario con volti enigmatici

Sicuramente non da meno, anzi al contrario, risulterà quasi certamente il tempio più suggestivo ed impattante per la sua maestosità e magnificenza, è il tempio di Bayon. Anticamente esso era costituito da 54 torri, praticamente le 54 dimore dei 54 Dèi raffigurati nell’entrata Sud di Angkor Thom), delle quali oggi però ne restano soltanto 37; tutte le torri presentano sui lati enormi sculture di volti, ed ancora oggi si discute e si formulano varie ipotesi su chi fossero i soggetti rappresentati.

C’è chi afferma che raffigurino Buddha in varie sue espressioni, chi invece è sicuro che si tratti di rappresentazioni scultoree dello stesso ‘Re Dio’, e che le avrebbe addirittura commissionate lui personalmente; in qualsiasi caso è uno spettacolo assolutamente imperdibile, e la suggestione che si crea quando si osservano queste enormi figure che sovrastano tutto il luogo crea emozioni davvero intense.

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